• Home
  • Contatti
  • Redazione
  • Potlatch

POTLATCH

  • Home
  • Speciali
    • Izet Sarajlic
    • Jorge Enrique Adoum
    • Etel Adnan
    • Poesia contro la guerra
  • Rubriche
    • DALLA PARTE DEL TORTO di Marco Cinque
    • POESIA DIMENTICATA di Francesco Napoli
    • LETTERE MARRANE di Gianluca Paciucci
    • VERSO CASA – POETI LONTANI VISTI DA VICINO di Giancarlo Cavallo
    • RAIMONDA ZEUGMA di Federica Deo e Renato Grieco
    • FILI DI JAZZ di Gaspare Di Lieto
    • ROVISTERIA
  • Poesia
    • Giovani emergenti
    • Poeti & Poeti
    • Poeti e poesie
    • La poesia della settimana
    • La poesia che ci salva
    • Casa della poesia incontra la Città
  • Video
    • Poesia in tutte le lingue del mondo
    • Eventi in video
    • Poesie in video
  • LA BIBLIOTECA VIVE NEL QUARTIERE
    • IMAGO POETRY
  • VOCI MIGRANTI
  • Scritture
    • Le città
    • Le storie
    • Dietro la poesia: conversazioni con poeti contemporanei
    • Sguardo Orientale
  • Multimedia Edizioni
  • Premio “Regina Coppola”

Violenza sulle donne: “Amore criminale”. DALLA PARTE DEL TORTO di Marco Cinque (1).

Da poco si è concluso, a Roma, “Eros e Kairos”, primo festival internazionale di poesia al femminile, al quale ho avuto la gioia e il privilegio di partecipare come soggetto maschile. Quanto mai necessaria, oggigiorno, è la voce di poete e poeti contro la recrudescenza di violenze e delitti compiuti contro le donne nel nostro Paese.
Ma quanto pesa la cultura, il linguaggio che viene utilizzato e il ruolo mediatico rispetto a questa tragedia quotidiana? Proprio a proposito di violenza sulle donne all’interno dei nuclei famigliari italiani, ad esempio, “Amore Criminale” è il titolo di una nota trasmissione televisiva trasmessa da una rete nazionale. Senza voler entrare nella validità culturale e sociale di tale trasmissione, sembra che le più oscure ragioni commerciali cerchino continuamente di stimolare strumentalmente, magari per probabili motivi di lucro, la morbosa curiosità dei telespettatori; ma è palesemente evidente che un simile titolo non possa avere alcun senso se non quello di mistificare il significato di due parole così profondamente diverse tra loro, così chiaramente agli antipodi nei loro contenuti, così maledettamente inaccostabili da qualsiasi prospettiva le si voglia vedere, ascoltare, pronunciare.

Come si può mai anche solo pensare che sia possibile uccidere per amore? E l’amore non sta alla vita tanto quanto il crimine e l’omicidio stanno alla morte? Non è amore quando si nega l’altrui felicità per affermare la propria egoistica infelicità. Nessun amore ci appartiene se non quello che siamo in grado di dare all’altro o all’altra.

Perciò l’accostamento così stonato e stridente di due termini tanto in antitesi è sbagliato e pericoloso: sbagliato perché tale strabismo è profondamente diseducativo; pericoloso perché tende a giustificare, più o meno inconsapevolmente, l’azione criminale quando questa avviene per un presunto sentimento di “amore”.

Naturalmente è più che necessario dare rilevanza a un simile, drammatico argomento, per il quale si fa troppo poco e troppo male, ma sarebbe auspicabile che tale tema rientrasse nelle priorità delle agende politiche, culturali e persino religiose di questo Paese.

Temo che la sola denuncia spettacolarizzata, trasmessa in una rassegna televisiva degli orrori, non funga da deterrente per gli autori dei crimini, al contrario. Ci vorrebbe ben altro per porre rimedio a un simile degrado e si dovrebbe capire che forme aberranti come il maschilismo, l’omofobia ed ogni altra sorta di maschia violenza si nutrono di determinati modelli culturali e comportamentali, rispetto ai quali la lista dei responsabili è ben lunga.

Ci sono, in primo luogo, gravissime responsabilità politiche: non si legifera e si fa poco o nulla per tutelare le vittime dei crimini e ancor meno per promuovere e finanziare programmi educativi in ogni fascia del disagio sociale.

In secondo luogo ci sono le responsabilità culturali, dove concorrono l’istituzione famigliare (il luogo più pericoloso per l’incolumità fisica e psicologica delle donne), la scuola ed anche l’informazione, con un particolare impatto proprio della televisione.

Influenzano la formazione dei cattivi modelli di riferimento anche fattori come i messaggi pubblicitari, i giochi, i videogiochi, la moda e quant’altro. Non ultime ci sono le enormi responsabilità religiose delle principali confessioni monoteiste: a nessuna donna è permesso diventare cardinale, papa, rabbino o mullah e quanto più le religioni interferiscono nella vita sociale, culturale e politica, tanto più il ruolo della donna diventa discriminato e subalterno a quello dell’uomo.

Riguardo alla religione cattolica, ad esempio, questa si basa proprio su un peccato originale grazie al quale ogni donna è destinata a diventare colpevole ancor prima di nascere; per non parlare di comandamenti che sembrano fatti su misura per l’uomo, ad esempio il nono, che recita: “non desiderare la donna d’altri”, come se questa fosse una merce o una proprietà.

In Italia, continuano a consumarsi stragi di donne ammazzate dai loro mariti, dai fidanzati, da uomini che si dicono accecati dalla gelosia ma che in realtà sono orfani della loro stessa umanità. In questi ultimi anni, mediamente ogni 60 ore, una donna cade sotto i colpi di un uomo che si crede il suo padrone, proprietario di una vita della quale può disporre a proprio piacimento.

La maggior parte delle volte violenze, pestaggi e omicidi avvengono tra le confortevoli mura domestiche, dove ci si rinchiude per proteggersi dai pericoli esterni ma che invece diventano trappole mortali. Le armi più utilizzate sono lame e coltelli da cucina, sempre a portata di mano, pure se la maschia furia omicida si scatena con l’uso di strumenti variegati e con le tecniche più crudeli e fantasiose.
Tornando all’incipit del ragionamento, ci sono infine le responsabilità insite nel linguaggio e nelle parole che utilizziamo, rispetto a cui ciascuna persona è, in diversa misura, coinvolta. E’ chiaro che questo massacro è una vera e propria guerra dichiarata alle donne ed io, sia come soggetto maschile che come essere umano, mi sento corresponsabile per il fatto che si fa poco o nulla per fermare questo orrore quotidiano.
Per concludere sinteticamente, si potrebbe dire che la semplice esibizione del male, di qualsiasi male, non ha alcuna utilità se non si traduce nella concreta necessità di curarlo. Personalmente, sento profondamente mia questa necessità e cerco di manifestarla in ogni ambito della mia vita, a partire da ciò che scrivo e dico, anche e soprattutto se ciò che scrivo è dico abita i sentieri, troppo spesso autoreferenziali e salottieri, di ciò che si usa chiamare “poesia”.

 

DENTRO UN UOMO
Ci sono soprattutto tre cose che amo:
La Terra, la Libertà, la Pace, e tutte
sono coniugate al femminile

Ciascun uomo dovrebbe considerare meglio
la parte di donna che ha in sé, per completare
la ricchezza della propria umanità.

 

Marco Cinque

Ott 8, 2014Marco Cinque
Abdellatif Laabi: Du droit de t’insurger... / Del diritto di insorgere...Jorge Enrique Adoum: Che: fugacidad de su muerte / Che: fugacità della sua morte

Lascia un commento Annulla risposta

Avatar
Marco Cinque

Marco Cinque nasce a Roma il 4 settembre 1957.
Scrive, fotografa, suona, recita, pubblica saggi, raccolte poetiche, articoli. Partecipa ad album musicali, festival internazionali di poesia, mostre pittoriche e fotografiche. Attraverso i linguaggi dell'arte veicola tematiche sociali e ambientali, privilegiando nei suoi progetti multimediali le scuole di ogni ordine e grado.
Ha lavorato nell'area del disagio giovanile, in progetti di formazione (AISE-ENAIP) realizzati nelle periferie di Roma, finanziati dalla regione Lazio e dalla Comunità Europea. Ha promosso la campagna nazionale "Adotta un condannato": adozioni epistolari di prigionieri detenuti nei bracci della morte statunitensi.
Ha collaborato con musicisti come Maurizio Carbone, Massimo Mollo, Martin O´Loughlin, Marcos Vinicius, Marzouk Mejri, Mariano Melis, Giuseppe Natale; attori come Tecla Silvestrini, Luigi Marangoni, Lorenzo Acquaviva, Stefano Lucarelli, Michele Vargiu, Mario Palmieri; poeti come Jack Hirschman, Lance Henson, Carter Revard, Hawad Mahmoudan, Marcia Theophilo, Carmen Yanez, Alberto Masala, Samih Al-Qasim, H.S. Shivaprakash, Luke Warm Water, etc.
Ha pubblicato più di 30 libri ed è stato tradotto in inglese, spagnolo e tedesco. Attualmente lavora presso il manifesto e collabora con la redazione scrivendo articoli e recensioni sui temi dei diritti umani e sulla discriminazione delle minoranze etniche. Oltre che sul giornale quotidiano ha pubblicato anche sugli inserti culturali Alias (settimanale) e Le Monde Diplomatique (mensile). La sua ultima pubblicazione è "Muri e mari - il naufragar non m'è più dolce", una raccolta poetica dedicata ai morti nel mare di Lampedusa, per le edizioni SEAM di Roma.

8 years ago DALLA PARTE DEL TORTO di Marco Cinque, RubricheDalla parte del torto, Marco Cinque, violenza sulle donne1,510
Commenti recenti
  • Emanuele su Idea Vilariño: Non più / Ya no
  • Vincenzo su Alfonso Gatto: A mio padre
  • Martino D'Arcangelo su Paul Éluard: Liberté / Libertà
  • Edo su Jack Hirschman: L’Arcano di Molly / The Molly Arcane
  • Gaetano Romano su Nazim Hikmet: Angina Pectoris
Categorie
  • Casa della poesia incontra la Città
  • DALLA PARTE DEL TORTO di Marco Cinque
  • Dietro la poesia: conversazioni con poeti contemporanei
  • Etel Adnan
  • Eventi in video
  • FILI DI JAZZ di Gaspare Di Lieto
  • IMAGO POETRY
  • Izet Sarajlic
  • Jorge Enrique Adoum
  • LA BIBLIOTECA VIVE NEL QUARTIERE
  • La poesia che ci salva
  • La poesia della settimana
  • Le città
  • Le storie
  • LETTERE MARRANE di Gianluca Paciucci
  • Multimedia Edizioni
  • Poesia contro la guerra
  • POESIA DIMENTICATA di Francesco Napoli
  • Poesia in tutte le lingue del mondo
  • Poesie in video
  • Poeti & Poeti
  • Poeti e poesie
  • Premio "Regina Coppola"
  • RAIMONDA ZEUGMA di Federica Deo e Renato Grieco
  • ROVISTERIA
  • Rubriche
  • Scritture
  • Senza categoria
  • Sguardo Orientale
  • Speciali
  • VERSO CASA – POETI LONTANI VISTI DA VICINO di Giancarlo Cavallo
  • Video
  • VOCI MIGRANTI 2021
Meta
  • Accedi
  • Feed dei contenuti
  • Feed dei commenti
  • WordPress.org
Footer Sidebar 1

Drop a widget on "Footer Sidebar 1" sidebar at Appearance > Widgets page.

Footer Sidebar 2

Drop a widget on "Footer Sidebar 2" sidebar at Appearance > Widgets page.

Footer Sidebar 3

Drop a widget on "Footer Sidebar 3" sidebar at Appearance > Widgets page.

2019 © Potlatch