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Philip Levine: Vecchio mondo / Old World. La poesia della settimana (02/2020).

La seconda poesia della settimana del 2020 è dedicata ad un grande e amatissimo poeta americano, Philip Levine (1928-2015), vincitore del National Book Award nel 1991, del Pulitzer nel 1995, nominato Poeta laureato degli Stati Uniti nel 2011. La poesia scelta è “Vecchio mondo / Old World“, la traduzione tratta dal volume Mondadori “Notizie dal mondo” del 2015, è di Giuseppe Strazzeri. Come sempre potete leggere la versione originale del testo, la sua traduzione e ascoltare la lettura del poeta. La foto di copertina è di Frances Levine, moglie di Philip. Prosegue anche quest’anno l’impegno di Potlatch e di Casa della poesia per una cultura democratica, libera, accessibile, condivisa.

https://www.potlatch.it/wp-content/uploads/2020/01/Philip-Levine-Old-World.mp3
Philip Levine
Vecchio mondo

 

Sul treno da Copenhagen a Helsingør una donna minuta, deforme, mi tirò per la manica fino a che smisi di leggere & alzai lo sguardo. “Proprio lì davanti può vedere il Parco dei Cervi Reali”, & indicò oltre la mia spalla gli acri di verde curatissimo che ci scorrevano accanto. Le guance, sebbene incipriate & ravvivate di rosse, erano secche come pergamena; anche la piccola lingua saettante sembrava troppo rossa , finta. “Nella sua terra non avete questo?” chiese. Palando lentamente – ancora preso dal mio romanzo – spiegai che al mio paese non avevamo re o regine quindi nemmeno parchi reali. “Esattamente” disse lei, & la sua mano guantata di bianco mi chiuse bruscamente il libro. “Qui nel mio regno non si legge, si guarda.”

 

Traduzione di Giuseppe Strazzeri

 

Philip Levine
Old world

 

On the train from Copenhagen to Helsingør a tiny, deformed woman jerked on my sleeve until I stopped reading & looked up. “You will see there ahead the Royal Deer Park,” & she pointed over my shoulder to the manicured acres of startling green that streamed by. Her cheeks, though powdered & rouged, looked dry as parchment; even her little darting tongue seemed to red, made up. “In your land you have not this?” she asked. Speaking slowly – still caught up in my novel – I explained that in my country we had no kings or queens and therefore no royal parks. “Exactly,” she said, & her white-gloved hand abruptly closed my book. “Here in my kingdom you must not read, you must look.”

 

 

 

 

 

 

 

Leggi di più su Philip Levine

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1 year ago La poesia della settimanala poesia della settimana, Philp Levine, poesia statunitense contemporanea, poesia statunitense del Novecento472
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