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Pablo Neruda: Piccola America / Pequeña América. La poesia della settimana (28/2017).

L’appuntamento di Ferragosto con “la poesia della settimana” è dedicato ad uno dei più grandi poeti del Novecento,il cileno, premio Nobel nel 1971, scomparso nel 1973, Pablo Neruda. La poesia scelta è “Piccola America / Pequeña América”, tradotta da Giuseppe Bellini e qui in Potlatch trovate il testo originale ma soprattutto la lettura dell’autore. Continua l’impegno di Casa della poesia e di Potlatch per una cultura libera e condivisa.

https://www.potlatch.it/wp-content/uploads/2017/08/19-Pequena-America.mp3

Pablo Neruda

Piccola America

 

Quando osservo la forma
dell’America sulla mappa,
amore, vedo te:
le alture del rame sulla tua testa,
i tuoi seni, grano e neve,
il tuo fianco sottile,
veloci fiumi che palpitano, dolci
colline e praterie
e nel freddo del sud i tuoi piedi terminano
la loro geografia d’oro duplicato.

Amore, quando ti tocco
non solo hanno percorso
le mie mani la tua delizia,
ma rami e terre, frutti e acque,
la primavera che amo,
la luna del deserto, il petto
della colomba selvaggia,
la soavità delle pietre consumate
dalle acque del mare o dei fiumi
e il rosso intrico
della fratta dove
fame e sete stanno in agguato.
Così la mia lunga patria mi riceve,
piccola America, nel tuo corpo.
E più ancora: quando ti vedo distesa
vedo nella tua pelle, nel tuo color d’avena,
la nazionalità del mio affetto.
Perché dalle tue spalle il tagliatore di canna
di Cuba ardente
mi guarda, coperto d’oscuro sudore,
e dalla tua gola
pescatori che tremano
nelle umide case della riva
mi cantano il loro segreto.
Così, lungo il tuo corpo,
piccola America adorata,
le terre e i popoli
interrompono i miei baci
e allora la tua bellezza
non solo accende il fuoco
che tra noi arde senza consumersi,
ma col tuo amore mi sta chiamando
e attraverso la tua vita
mi sta dando la vita che mi manca
e al sapore del tuo amore s’aggiunge il fango,
il bacio della terra che mi attende.

 

Traduzione: Giuseppe Bellini


Pablo Neruda

Pequeña América

 

Cuando miro la forma
de América en el mapa,
amor, a ti te veo:
las alturas del cobre en tu cabeza,
tus pechos, trigo y nieve,
tu cintura delgada,
veloces ríos que palpitan, dulces
colinas y praderas
y en el frío del sur tus pies terminan
su geografía de oro duplicado.

Amor, cuando te toco
no sólo han recorrido
mis manos tu delicia,
sino ramas y tierra, frutas y agua,
la primavera que amo,
la luna del desierto, el pecho
de la paloma salvaje,
la suavidad de las piedras gastadas
por las aguas del mar o de los ríos
y la espesura roja
del matorral en donde
la sed y el hambre acechan.
Y así mi patria extensa me recibe,
pequeña América, en tu cuerpo.
Aún más, cuando te veo recostada
veo en tu piel, en tu color de avena,
la nacionalidad de mi cariño.
Porque desde tus hombros
el cortador de caña
de Cuba abrasadora
me mira, lleno de sudor oscuro,
y desde tu garganta
pescadores que tiemblan
en las húmedas casas de la orilla
me cantan su secreto.
Y así a lo largo de tu cuerpo,
pequeña América adorada,
las tierras y los pueblos
interrumpen mis besos
y tu belleza entonces
no sólo enciende el fuego
que arde sin consumirse entre nosotros,
sino que con tu amor me está llamando
y a través de tu vida
me está dando la vida que me falta
y al sabor de tu amor se agrega el barro,
el beso de la tierra que me aguarda.

 

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Ago 13, 2017Sergio Iagulli
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3 years ago La poesia della settimanala poesia della settimana, pablo neruda, poesia latino americana1,549
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