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Jorge Enrique Adoum: Cartoline del Tropico con donne / Postales del Trópico con mujeres. CASA DELLA POESIA INCONTRA LA CITTÀ (4).

In occasione del venticinquesimo anno di vita di Casa della poesia (nel 1996 furono presentati in pubblico per la prima volta il progetto e il primo festival internazionale “Lo spirito dei luoghi”),  in collaborazione con il quotidiano salernitano La Città, che ci offre ospitalità, proporremo, nel corso delle settimane, un viaggio tra i poeti, le poesie, le lingue che nel corso degli anni abbiamo incontrato. Come scriveva  Izet Sarajlić “anche i versi sono contenti quando la gente s’incontra”. E vogliamo proprio che questo spazio diventi un luogo di incontro, di scambio, di riflessione. Proporremo una piccolissima parte delle nostre esperienze offrendo attraverso la poesia, in questo momento buio della vita di tutti noi, speranza, sorrisi, sospiri, emozioni. Comporremo una sorta di diario di bordo poetico da offrire ad un pubblico che immaginiamo più ampio di quello abituale. Racconteremo storie, incontri magici, le gioie e i drammi della vita. Come scriveva Luis Cardoza y Aragon, “La poesia è la sola prova concreta dell’esistenza dell’uomo”.


L’incontro con Jorge Enrique Adoum è stato cruciale per Casa della poesia per aprire una finestra ampia sulla poesia in America Latina. Poeta, scrittore, critico letterario, drammaturgo, traduttore, è stato uno dei maggiori intellettuali latinoamericani. Nato nel 1926 ad Ambato in Ecuador, è stato segretario personale di Neruda, compagno di viaggio del Che, amico di Cuba e di Fidel Castro, ha fatto parte di quel cenacolo di scrittori latinoamericani rifugiati a Parigi e funzionario dell’UNESCO. Grande manipolatore del linguaggio, inventore di neologismi  è l’autore di uno dei romanzi sperimentali più importanti in America Latina, “Entre Marx y una mujer desnuda” (1976). È tornato alla poesia con lo straordinario “El amor desenterrado”, ispirato allo sconvolgente ritrovamento di una coppia di amanti del periodo paleo-indio in Ecuador. Scomparso nel 2009 è stato uno degli amici più cari e fedeli di Casa della poesia. La poesia scelta è la sezione VII del bellissimo poemetto “Cartoline del Tropico con donne” (Postales del Trópico con mujeres). La traduzione di Raffaella Marzano, è parte del libro “L’amore disinterrato e altre poesie” (Multimedia Edizioni).

https://www.potlatch.it/wp-content/uploads/2016/02/Adoum-J.-E.-Cartoline-dal-tropico-con-donne-VII.mp3

CARTOLINE DEL TROPICO CON DONNE

 

VII

 

Quando tende i piedi e non arriva ai pedali
diventa donna d’un colpo dai due lati,
le si allungano le gambe prima del tempo
e le si solleva la gonna prima dell’ora.
Le alunne più povere la seguono in stormo
correndo dietro la ruota. Lei avanza lasciando
la statua successiva della sua assenza, proprietaria
di cosce precoci e fugaci e dell’unica
bicicletta da donna del villaggio.
(Quando si rattrista è perché è cresciuta, e frena.)

A turno, le altre bimbe si arrampicano sul sellino, cadono,
sono più piccole a terra e da lì le invidiano
forse la bicicletta, chissà le gambe lunghe.
Arrivano le ragazze delle ultime classi
che già non portano più la treccia e si coprono i seni
con libri e quaderni riservandosi per qualcuno.
E lei, come se fosse una di loro, le lascia salire,
“fino al palo, e poi basta” non sia mai che diventino
donne allo svoltare l’angolo e non ritornino più.

 

Traduzione di Raffaella Marzano


 

POSTALES  DEL TRÓPICO CON MUJERES

 

VII

 

Cuando estira los pies y no llega a los pedales
se hace mujer de golpe a lado y lado,
se le alargan las piernas antes de tiempo
y se le alza la falda antes de hora.
Las alumnas más pobres la siguen en bandada
corriendo tras la rueda. Ella avanza dejando
la estatua sucesiva de su ausencia, propietaria
de muslos precoces y fugaces y de la única
bicicleta de mujer que hay en el pueblo.
(Cuando se entristece es porque ha crecido, y frena.)

Por turno, las demás niñas trepan al asiento, caen,
son más pequeñas en el suelo y desde allí le envidian
quizás la bicicleta, tal vez las piernas largas.
Vienen las muchachas de las clases finales
que ya no llevan trenza y se cubren los pechos
con libros y cuadernos guardándose para alguien.
Y ella, como si fuera una de ellas, las deja montar,
“pero hasta el poste, no más”, no sea que se vuelvan
mujeres al dar vuelta la esquina y ya no vuelvan.

 

Jorge Enrique Adoum foto di Luca Zagaria

Jorge Enrique Adoum foto di Luca Zagaria

 

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22 days ago Casa della poesia incontra la CittàCasa della poesia incontra la Città, jorge enrique adoum, poesia Equador, poesia latino americana, poesia latinoamericana52
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